La vita di un santuario si misura da diversi fattori, certamente
uno importante è rappresentato dagli ex-voto: tutte le tavolette e la
oggettistica che viene offerta a liberazione di una obbligazione morale e che
rimane puntualmente a testimonianza delle storie.
E maggiore è la proposizione delle offerte e più grande deve essere interpretata
la partecipazione della popolazione all'avvenimento che ha colpito la fantasia
popolare, anche perché ogni ex-voto non è simbologia di una presa di visione
diretta del fatto, ma una credenza a posteriori, una commozione ed una
partecipazione che fanno parte del post-miracolo.
E si può essere d'accordo con
il Sovrintendente Gino Focolari quando si esprime in tal senso nel suo saggio"
le tavolette votive della Madonna dei Miracoli di Lonigo" pubblicato nel 1922 :
"Non perde a volte del tutto il suo tempo chi indugia nei santuari a passare in
rassegna le cento tavolette votive poste in lunghe file tra i cuori, le braccia,
le gambe ed i seni d'argento e le grucce intorno alle icone miracolose.
Quelle ingenue espressioni della fede, oltre che testimonianze delle credenze e
del costume attraverso i tempi rivelano rudimentali ma forti caratteri d'arte
popolare".
Chi si sente "graziato" si sente in obbligo di
portare a Chi gli ha concesso grazia il segno tangibile della sua riconoscenza,
secondo le sue possibilità.
Sotto questo punto di vista la collezione del Santuario di Madonna dei Miracoli,
quella giunta fino a noi, è tra le più rappresentative esistenti al mondo, anche
se l'importanza è pressoché soggettiva.
La collezione
consiste in 353 pezzi compresi nell'arco di tempo che va dal 7 maggio 1486 al
1893: vale a dire dall'ex-voto di Stefano Cavaccione da Zimella alla tavoletta
della carrozza investita dal tram; gli ex-voto sono costituiti da svariati
monili ed oggetti: da gioielli di famiglia (catenine, orecchini,ecc.) ai cuori
d'argento o ricamati, ad oggetti di cruda testimonianza dei malanni, quali
grucce, corsetti, oppure degli scampati pericoli (volanti, fucili, ecc.) a
quadretti che rappresentano in maniera a volte popolare, a volte un po' più
raffinata l'antefatto o l'oggetto di devozione o il compimento del miracolo.
Esula da questa collezione la lacera bandiera ottomana che era posta sopra la cappella
di Santa Scolastica nell'entrata e attualmente nel museo degli ex-voto, bandiera rossa con due scimitarre intrecciate,
strappata dal generale veneziano Angelo Emo dell'esercito veneto nella
liberazione di Scin, come dimostra la seguente iscrizione posta sopra il detto
stendardo:

ADDI' XIV AGUSTO MDCCXV
PER LA LIBERAZIONE DI SCIN SOTTO IL
COMANDO DELL'ECC. GEN. ANG. EMO
Ci sono
varie raccolte di
ex-voto, fin dai tempi più antichi: greci, romani,
egizi, ebrei e naturalmente quelli della fede cristiana.
Per rimanere in Europa è utile e significativo ricordare, anche quale termine di
paragone con il Santuario di Madonna dei Miracoli, le raccolte di ex-voto dei
Santuari di Sainte D'Aurey in Bretagna,
di Notre Dame de Victoires, Notre Dame de Clery, Notre Dame de La Garde, Saint
Remy de Provence per quanto riguarda la Francia, in contrapposizione in Spagna
la notissima raccolta di Monserrat; per
la Svizzera in primissimo piano gli ex-voto del monastero Mariano di Einsielden.
Gran numero vanta
anche la raccolta del Museo delle Arti Popolari di Monaco di Baviera, di cui fa
parte una sessantina di pezzi italiani, facenti parte della collezione Kriss.
Limitandoci all'Italia possiamo far presente che vi sono 169 raccolte catalogate
che vanno da una collezione di oltre 1.000 pezzi fino ad esaurirsi in talune con
meno di 10 pezzi. E' doveroso fare
qualche nome: la Madonna dell'Arco nell'area napoletana, Santa Maria del Monte
vicino a Cesena, la Madonna del Montenero in Toscana, la Madonna di Loreto, San
Nicola da Tolentino, la Madonna di
Pietralba, quella di Bagno a Deruta, dove gli ex-voto sono rappresentati da
maioliche del '600 e '700.
Nel Veneto importanti sono le raccolte di Sant'Antonio da Padova, i Santuari
delle provincie di Udine e Belluno e quelli della provincia di Trento. Nella
provincia di Vicenza, oltre al notissimo Santuario di Monte Berico, la Madonna
dell'Olmo a Thiene.
Se pensiamo che solo una quindicina di Santuari supera i 500 pezzi, possiamo ben
capire quale sia l'importanza degli ex-voto collezionati nel Santuario di
Madonna dei Miracoli.
La stragrande maggioranza delle tavolette appartiene ai secoli XV-XVII perché
con la cessione del Monastero, nel 1773, alla famiglia Balbi-Valier la raccolta
subisce un drastico arresto.
Sappiamo che durante l'anno si svolgevano tre grandi feste dedicate alla
Madonna: la festa dell'Annunciazione il 25 marzo, la festa dell'Assunzione il 15
agosto e la Natività l' 8 settembre in coincidenza delle quali avevano luogo le
cosiddette fiere della Madonna e quindi per tali occasioni giungevano pellegrini
e commercianti da tutto il circondario e dai territori limitrofi, oltre che da
località
del trentino e del mantovano.
E' logico supporre che tra le giostre ed i divertimenti e le numerose bancarelle
ed i saltimbanchi, fossero presenti anche dei venditori di ex-voto con formelle
e quadri già predisposti e che necessitavano solo di alcuni ritocchi e di
personalizzazioni. Infatti tipica era l'immagine della Madonna che si copre il
viso con la mano sinistra.
Del resto l'artista poteva essere un frate del convento oppure qualche
mestierante con bottega a Lonigo o a San Bonifacio che facevano da contorno al
ricettacolo rappresentato dal Santuario di
Madonna dei Miracoli. Infatti possiamo notare che talune tavolette risentono
della medesima mano pittorica e questo fa propendere per la tesi dianzi
tracciata. Ma al di là del fatto puramente intrinseco del
pittore o dell'autore, rimane questo valore inestimabile, questa raccolta da
salvaguardare che il tempo sta lentamente, come è del resto sua abitudine,
distruggendo, anche perché nel tempo nessuno mai vi
ha posto mano. Ora si sta procedendo ad un lento recupero di questo patrimonio
con interventi restaurativi: solo così si potrà restituire alla fede ed alla
gente un patrimonio e le tavolette potranno essere lette in modo chiaro e godute
in tutta la ingenua bellezza.
Tutti gli ex-voto
erano raccolti in una grande bacheca della Cappella di Santa Scolastica, senza
un chiaro ordine cronologico, così alla rinfusa, ma ciò è servito comunque a
proteggerli da qualsiasi dispersione. In epoca recente, nel
1980 un gruppo di studio della rivista la Mainarda, con autorizzazione del
Vescovo Mons. Arnoldo Onisto, procedette ad un rilevamento sistematico, ad una
catalogazione di tutti gli ex-voto, ad una documentazione e riesumazione in modo
da costituirne e pubblicarne un catalogo.
Tra gli ex-voto possiamo rinvenire anche due tele piccole, di mano non popolare,
che ripetono la raffigurazione del Miracolo di Stefano Cavaccione da Zimella e
quello della nobildonna Angiola Romano colpita da un cancro alla mammella.
Possiamo senz'altro aggiungere che, fuori dalla cappella di Santa Scolastica,
sopra la piccola porta che unisce la Cappella della Madonna alla navata maggiore
del Santuario è ben visibile un bassorilievo che rappresenta la morte di un
monaco assistito dai confratelli. Due religiosi indicano alla Vergine il
moribondo e tre angeli pregano per la salvezza dell'anima, il tutto incastonato
in una cornice da ex-voto.
Il bassorilievo porta la data del 1599 visibile nell'alto della cornice e
costituisce un vero modello di arte popolare espressa in sobrietà di forme ed in
compostezza di sentimenti.
Nella cappella del miracolo possiamo ancora notare tre pannelli di velluto dove
sono raccolti un centinaio di ex-voto in lamina metallica, per la maggior parte
del Cinquecento, e rappresentano figurine di persone e parti anatomiche.
Gli ex-voto sono parte viva del Santuario cui
appartengono, sono storia e poesia, sentimento e fede, arte e dramma,
testimonianza diretta della pietà della Madonna e della misericordia di Dio,
riconoscenza degli uomini e forza della preghiera.
Parlare di tutte le tavolette votive non è impresa da poco, qui si vuole solo evidenziare
taluni aspetti che le stesse presentano, rinviando al singolo visitatore la
capacità di scoprire per proprio conto lati non altrimenti descritti e spunti di
riflessione.
Centro dell'attenzione ed oggetto del dipinto è
sempre la Madonna, molto spesso ritratta con la fisionomia rude della popolana.
Molto spesso i devoti sono rappresentati in preghiera e le motivazioni del voto
appaiono sovente sulle tavolette stesse.
Talvolta il disegno è più complesso e dà la percezione immediata del fatto
accaduto, quale ad esempio la tavoletta del contadino che pota l'albero con una
roncola, ancora in uso ai nostri giorni e che dà l'immediatezza dell'incidente
sul lavoro. Sovente i pericoli della vita, o per incidenti o per malfattori,
dunque accidenti improvvisi, mettevano il povero malcapitato in condizione di
rivolgersi e raccomandarsi rapidamente alla Vergine alla quale venivano in
seguito rese grazie portando al Santuario gli ex-voto a testimonianza
dell'accaduto.
Ma prendiamo la descrizione del primo miracolo
così come narrato nel libro di Bertani e che lui definisce miracolo
II°.
"Dico dunque, che addì 7 maggio 1486 un Stefano Cavazzone da Zimella essendo
cascato da cavallo ebbe un calcio da quello nella schiena, in modo che non
poteva andare, né levar peso di sorte alcuna, ma raccomandatosi di buon cuore
alla Gloriosa Vergine, e fattosi condurre avanti la sua Santa Immagine predetta,
dopo un poco di orazione, subito miracolosamente con stupore di quelli che si
ritrovarono presenti, restò libero, e sano, in testimonio di che se ne ritornò
alla sua Casa a piedi come non avesse avuto per lo avanti alcun male. In fede
del qual Miracolo si vede una tavoletta vecchia con la sua iscrittione, quale
racconta detto Miracolo, confermato anco da un'antica tradizione, accompagnata
dall'uso antico, che è 7 di Maggio ogni anno per tutto il Territorio di Lonigo si
fa festa e vengono processionalmente a visitare detta Santa Immagine, cantandovi
una solenne messa, e le offeriscono una torcia, accompagnata da elemosine con
danari dentro; e si crede che sia stato tra i primi miracoli".
Si vuole qui evidenziare un'
altra tavoletta il cui
aspetto oltre che di interesse religioso si distingue per quello medico perché
rappresenta un'operazione di cateratta ed è una delle poche in tal genere.
La scritta sulla tavoletta recita testualmente:
"Angela moglie di Biasio Meneghela perduta la vista si fece cavare li caterati
colla guza di argento da un medico da Norcio e per grazia della B.V.M. ricupera
la intiera salute, 1674".
Rileviamo testualmente dal trattato
di Pier Girolamo Marini che descrive l'operazione dell'asportazione delle
cateratte: " Il
professore si ponga a sedere in faccia al paziente quanto più vicino, in sito un
poco più alto, acciò l'occhio di lui sia ben dominato ed al paziente si facciano
mettere le mani sopra il proprio seno...
Si faccia voltare l'occhio al paziente in modo che guardi al naso, ed in questo
mentre che terrà l'occhio fermo, presi in mano l'ago e bagnato nella sua punta
con saliva, e presa anche la giusta misura, invocato il divino aiuto, si deve
piantare con spirito e franchezza nell'angolo minore dell'occhio".
Non solo abilità del medico dunque ma anche l'aiuto divino ed è per questo che
Angela Meneghela riconoscente porta la sua bella tavoletta alla Madonna dei
Miracoli.
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